venerdì 7 dicembre 2012

Gli USA ridono dell'Italia: Vi preghiamo di inviarci più "Saracenos"


Oggi vi vogliamo presentare un estratto del pensiero di William K. Black uno dei sostenitori e sviluppatori della MMT che racconta la sua visione ed esperienza con il popolo italiano in riferimento alla sua crisi. Il suo punto di vista è molto serio e quasi commovente e consigliamo a tutti di leggerlo con attenzione;
di  William K. Black:

Ho iniziato a scrivere questo articolo, mentre tornavo da una conferenza sulla Modern Monetary Theory (MMT) a Reggio di Calabria, in Italia alla quale presenziavo, organizzata da Francesco Toscano e sostenuta dalla Regione Calabria assieme alla Provincia di Reggio Calabria.
La MMT ha suscitato notevole interesse in Italia, perché smentisce l'affermazione costante che non ci sono alternative all'austerità e alle recessioni che attanagliano la zona euro.

Nel corso della conferenza, un professore calabrese, Francesco Aiello, ha esortato la posizione che le politiche macroeconomiche volte a portare l'Italia fuori dalla recessione non dovrebbe essere adottate a meno che non è si stato dimostrato che queste portino un aumento della produttività dei lavoratori.
La sua posizione era che l'austerità - sotto forma di tagli sostanziali alla spesa pubblica - dovesse essere la posizione di partenza per l'Italia. Egli ha sostenuto che la spesa pubblica italiana in genere danneggia la produttività.

Io ho risposto che continuare a costringere l'Italia in una fase di recessione gratuita e creare milioni di italiani disoccupati è una politica auto-distruttiva che causa immense e grandi sofferenze - e porterebbe a  pregiudicare seriamente la produttività del paese.
Le politiche MMT, e in particolare i programmi di garanzia dei posti di lavoro che i miei colleghi hanno sviluppato incrementerebbero molto la produttività italiana in più aree.
In questo articolo vorrei porre l'attenzione in una di quelle aree, ovvero di come sia folle per l'Italia la politica dell'austerità.

L'austerità ha spinto la disoccupazione tra i giovani adulti italiani ad oltre il 35%.
Il risultato è che i laureati italiani emigrano.
Quello che non capisce l'Italia è che questa è la più grande fonte per futuri guadagni di produttività del paese
ed è particolarmente invalidante per l'Italia perchè questa ha anche meno laureati rispetto alle nazioni più sviluppate.

Secondo voi questa non è una grave perdita di produttività per Italia?..
Facciamo un esempio reale:
Si consideri la perdita di produttività italiana nel perdere una coppia calabrese.
Vincenzo e Santa ( nata Freno) di cognome "Saraceno", erano contadini analfabeti che emigrarono da Reggio di Calabria per lo Stato di New York nel 1896.
Santa ebbe tra le 12 e 16 gravidanze una volta che lei e suo marito vennero negli Stati Uniti e i loro bambini divennero come da tradizione cittadini italiano-americani.
All'epoca le ragazze italiano-americane, si sposavano spesso attorno all'età di 16 anni, quindi le nostre ragazze figlie di Santa si ritirarono dalla scuola prematuramente, e cominciarono ad avere figli.
Ovviamente le ragazze Saraceno sapevano leggere e scrivere, ma un diploma di scuola superiore non è mai stato per loro un'opzione percorribile.
Queste donne allevarono le loro giovani famiglie durante la Grande Depressione, cosa non da poco.

Una delle ragazze "Saraceno" sposò un uomo con il cognome Marino ed ebbero un ragazzo di nome Raffaele (Ralph in inglese).
Ralph Marino fu il primo laureato della famiglia allargata Saraceno e fu ammesso alla Harvard Law School.
Ralph continuò il suo percorso fino a diventare il leader di maggioranza del Senato di New York.
Era un repubblicano che ha lavorato in cooperazione con il governatore democratico - Mario Cuomo.

Un'altra figlia Saraceno sposò un italo-americano di nome Johnny.
Johnny non era un uomo molto dotto, era un po scontroso e burbero però ricevette la stella di bronzo come comandante di carri armati nella seconda guerra mondiale.
Il suo carro armato Sherman tirò giù più 15 fortini tedeschi nelle fortificazioni della frontiera tedesca creando una breccia in queste ultime.
Il carro Sherman non passava certo inosservato aveva una struttura davvero imponente (un obbiettivo facile da colpire n.d.r.), armatura poco robusta e davvero inadeguata, oltretutto possedeva un motore a benzina famoso per aver portato incendi catastrofici una volta che la corazza veniva facilmente penetrata.
I tedeschi ovviamente avevano i migliori cannoni anticarro e le migliori armi portatili anti-corazza in tutto il mondo e furono i più abili a piazzare i loro bunker che avrebbero stracciato la fanteria avversaria e gli attacchi dei carri  come lo Sherman spazzando via la sua corazza attaccandolo dai lati. (insomma non era proprio una passeggiata distruggere 15 fortini ndr).

La figlia più giovane Saraceno aveva cambiato il suo nome grazie alle suore irlandesi ( insistette lei per avere un nome più "americano") cosi si fece chiamare Jane.
Sposò un falegname di nome Giuseppe Carbone (la cui famiglia proveniva dall'Abruzzo) diversi anni dopo essere tornato dalla guerra dove fu navigatore su un bombardiere nel teatro europeo.
Aiutò neii bombardamenti nei quali fu distrutta fino al 20% della forza d'attacco di bombardieri.
I "Carbone" ebbero due figli. June fu la prima dei "Carbone" ad ottenere un titolo di studio universitario.
Fu una delle prime classi di sole donne ad essere ammesse alla Princeton e poi ricevette la sua laurea in legge a Yale.
Dopo la laurea conseguì la cattedra Smith UMKC e fu invitata invitata in tutto il mondo come il relatore di turno presso le scuole di diritto più prestigiose.
Ad oggi June è mia moglie, ci siamo sposati più di 33 anni fa.

Altri discendenti di Vincenzo e Santa Saraceno sono laureati alla Harvard Law School, sono dentisti, infermieri, banchieri, ingegneri biomedici, e decine di altri mestieri.
I Divorzi sono rari tra i discendenti. La vecchia barzelletta sui tre punti critici per gli italiani - la famiglia, la famiglia, e la famiglia - è una grandissima verità vero?.

Quindi vediamo un pò, una coppia di contadini analfabeti ha lasciato l'Italia e ha creato un enorme guadagno in termini di produttività e una straordinaria famiglia allargata qui in America.
Una perdita apparentemente banale in Calabria nel 1896 ha prodotto delle entrate straordinarie in America.

Pasquale Catanoso, un altro professore dalla Calabria, ha risposto in modo critico al mio racconto della famiglia Saraceno, affermando che chiunque può fare un esempio di una sola famiglia e che in Italia non ci sono equivalenti a Princeton e Yale.
Entrambe queste affermazioni sono in realtà perfettamente in accordo con ciò di cui parlavo.
Tutti in America possono fare decine di esempi di famiglie come i Saraceno.
La storia della famiglia allargata di mia moglie però è al tempo stesso la storia di una crescita eccezionale della produttività, delle opportunità di una famiglia del tutto convenzionale che ha permesso di rendere grande l'America oggi.
Dal punto di vista americano, i Saraceno sono semplicemente una tipica famiglia convenzionale. D'altronde siamo una nazione di famiglie di immigrati i cui discendenti hanno fatto progressi straordinari anche quando la famiglia è arrivata in America come famiglia di contadini analfabeti.

Oggi ciò che spinge i cittadini Italiani ad emigrare non è più l'essere analfabeti o contadini.
Oggi la disoccupazione di massa dei giovani è causata dall'austerità che spinge alla ricerca di migliori speranze abbandonando la propria nazione d'origine. L'austerità costituisce un assalto feroce sui ragazzi italiani, i giovani adulti, e la produttività. L'austerità è una politica folle, ma la sua difesa sulla base di presunti timori circa la spesa pubblica con conseguente danneggiando la produttività italiana supera enormemente la follia.
Quando gli italiani (politici ed economisti neoliberali n.d.r) tentano contemporaneamente di difendere il programma di austerità, che sta spingendo centinaia di migliaia di giovani italiani ad abbandonare la propria terra, e dall'altra parte dichiarano che faranno di tutto per proteggere i loro figli, in quel momento sappiamo che abbiamo trasceso la follia e abbiamo raggiunto l'ipocrisia più spregevole.

Rammento che, ai fini della discussione che il professor Catanoso vorrei dirgli che si è vero che l'Italia non ha equivalenti a Princeton e Yale, infatti gli studiosi italiani fanno spesso critiche estremamente dure alle università italiane e alle loro facoltà.
La critica principale è che le decisioni, i progetti e tutto ciò che ruota attorno all'ambito universitario sono effettuati sulla base di amicizie e nepotismi anziché sulla meritocrazia. Se questo è vero, la domanda è:  perché l'Italia non crea le proprie università di livello mondiale, in particolare nel Mezzogiorno?.
L'Italia è in grado di creare un eccellente gruppo di università perchè possiede le menti per farlo. Si potrebbero creare nuove università basate sul merito dei professori come è giusto che sia.
Inizialmente le università non avrebbero la nomea di Princeton e Yale, ma si avrebbe presto in Italia che le principali università incoraggerebbero i migliori e più brillanti a rimanere perchè si sentirebbero valorizzati nella terra che amano.
La vera risposta, ovviamente, è quella di porre fine alla disoccupazione "involontaria" in Italia, attraverso l'applicazione delle politiche MMT  durante la creazione di questi nuovi poli universitari di eccellenza, in modo che i laureati siano in grado di trovare un lavoro produttivo in Italia e per l'Italia.

Gli italiani oggi devono scegliere. Essi possono continuare a sprecare i talenti di milioni di italiani, in particolare la loro gioventù, attraverso livelli di disoccupazione pari a quelli della Grande Depressione continuando a essere ossessionati dal deficit attraverso l'austerità e rispondendo "prego è vostro" al semplice messaggio dell'America all'Italia - "Inviaci i tuoi Saraceni ci pensiamo noi" oppure cominciare a pensare davvero al benessere dei loro figli ponendo fine alla sua recessione, assumere la sua gente, e di creare un gruppo di università di livello mondiale. Non tutte le scelte sono difficili.

Fonte: http://neweconomicperspectives.org/category/william-k-black
Riadattamento e traduzione: redazione blog www.italiasedesta.com




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