martedì 20 novembre 2012

Catastrofe o Speranza?

Quando si parla dell'Euro in Italia, si ha come la sensazione di parlare di religione. Si, proprio cosi, perchè ormai fa parte del nostro modo di pensare e di vedere la realtà. Gli ''alti sacerdoti europei'' ci hanno fatto dono di questo ''dio'', per certi versi occulto, e ci hanno detto che lui è l'unica cosa che conta. Poco importa se per tenere viva questa fede i ''discepoli'' di questa religione versano in condizioni al limite della decenza. Infatti per soddisfare questo ''dio'', sono richiesti continui sacrifici, con la promessa di avere, in un non ben precisato futuro, la prosperità che adesso manca.

Ma conviene davvero patire tutte queste sofferenze in nome di un futuro prospero?


La risposta è scontata. Ovviamente si! Si, se il futuro auspicato fosse reale. Ma allora la vera domanda è un altra. E' reale il futuro che ci prospettano? Ovviamente NO! No, le evidenze di questo sono sotto gli occhi di tutti. La zona Euro sta attraversando una crisi senza precedenti, una crisi del tutto artificiosa e con responsabili ben definiti. Un Economicidio (come lo definisce Paolo Barnard), che sta portando la nostra amata terra in recessione, con dati allarmanti: Pil -2,5%; disoccupazione quasi all' 11%, con quella giovanile al 35%; pressione fiscale media vicino al 50%.
Dov'è finita l'Italia che era capace di tener testa alle più grandi potenze mondiali? Dov'è finita l'Italia con il comparto industriale più potente d'Europa? Dov'è finita l'Italia che metteva al centro della propria politica economica il benessere delle famiglie, la sanità e l'istruzione? La risposta è semplice: SACRIFICATA.
Poco importa se questo sacrificio sta danneggiando lei stessa e i suoi abitanti. Tutto serve per placare la sete di questo ''dio'' che in cambio rende più ricchi i suoi privilegiati, gli ''alti sacerdoti'' di questo scempio, ovvero l'alta finanza.

Personalmente sono convinto che non tutto sia perduto. Siamo un popolo forte, capace di combattere per quello in cui crediamo. Credo che in questo paese ci siano menti, strumenti ed estro che c'invidiano in tutto il mondo. Grazie a questo possiamo ancora risollevarci e tornare ad essere il BEL PAESE, non i maiali d'Europa. Ma per farlo bisogna acquisire la consapevolezza di ciò che c'è stato fatto, capirne le dinamiche e reagire. Riacquistare la nostra sovranità come popolo, come stato e come moneta è l'unica via che ci può salvare. 

Intervista a Paolo Becchi, docente di Filosofia del Diritto, a cura del sito www.byoblu.com



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