martedì 19 febbraio 2013

Incoraggianti Segni di Disperazione da Olli Rehn


Paul Krugman sul New York Times riporta di una lettera in cui il Commissario Europeo cerca di fermare il vento con le mani




The Conscience of a Liberal -  Sulle due sponde dell'Atlantico, gli Austerians sembrano essere fuori di testa. E dovrebbe essere una buona notizia, segno che si rendono conto, a un certo livello, che stanno perdendo il confronto.

[...]Tra gli altri, Olli Rehn, della Commissione europea, un convinto sostenitore dell'austerità, reagisce alle disastrose notizie sull'economia Europea, che hanno confermato gli avvertimenti dei critici dell'austerità e portato a una larga rivalutazione dei moltiplicatori fiscali, e che confermano che l'economia si trova in una grande trappola della liquidità, così come alcuni di noi avevano previsto. La risposta di Rehn? Dobbiamosmettere di pubblicare questi studi economici, perché stanno minando la fiducia nell'austerità!


Ecco le dichiarazioni di Mr. Rehn, riportate da Not the treasury view:



Niente dibattito, per favore, siamo Europei

Alla fine dell'anno scorso ho segnalato come il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, avesse previsto, da almeno due anni, un'imminente ripresa delle economie in crisi della zona euro, grazie alle eccellenti politiche raccomandate dalla Commissione e dalla Banca Centrale Europea. Tuttavia, questa settimana - notando forse che, al di fuori dei mercati finanziari, la
 tanto attesa luce alla fine del tunnel  sembra invece retrocedere - ha provato una strategia diversa. Incolpare gli economisti - e, in particolare, gli economisti che vogliono effettivamente fare delle analisi corrette, teoricamente ed empiricamente fondate, per criticare le politiche della Commissione. Mr. Rehn, in una lettera ai Ministri delle finanze europei, in copia ad altri luminari finanziari internazionali come Christine Lagarde, ha detto:

"Vorrei illustrare alcuni punti su un dibattito che non è stato utile e che ha rischiato di minare la fiducia che abbiamo faticosamente costruito negli ultimi anni in lunghe riunioni sino a tarda notte. Mi riferisco al dibattito sui moltiplicatori fiscali, vale a dire l'impatto marginale di un cambiamento nella politica fiscale sulla crescita economica. Il dibattito, in generale, non ci ha portato nessuna nuova utile comprensione."

Gran parte del resto della lettera è dedicata al tentativo di Mr. Rehn (e presumibilmente degli economisti della Commissione) di sfatare i risultati del Chief Economist FMI Olivier Blanchard, che ha trovato, con grande sorpresa di nessuno, che gli effetti negativi del consolidamento fiscale erano davvero molto maggiore di quelli previsti dal Fondo o dalla Commissione.

Non voglio tentare una confutazione punto per punto, ma tenere presente quanto segue:

- Se è vero che da sola l'analisi del Fondo non dimostra che la Commissione e il commissario Rehn sono in errore, tuttavia tutto il peso delle prove, sia teoriche che empiriche, lo dimostra. Le nostre stime dell'impatto dell'austerità autolesionista sono qui.

- Benché l'analisi di Blanchard non rappresenti certo la fine della storia, è un'opera professionale di uno dei più importanti macroeconomisti empirici del mondo. La confutazione della Commissione, al contrario, farebbe vergogna a uno studente del primo anno di Master.

Ma, naturalmente, la cosa davvero sorprendente è che Mr. Rehn abbia scritto ai Ministri delle finanze, e al direttore generale del FMI, lamentando che un articolo accademico su un tema della macroeconomia empirica di grande rilevanza politica, ma altamente tecnico, rappresenti un "dibattito che non è stato molto utile". Non ne faccio una questione di arroganza contro la libertà accademica, ma mi sembra proprio strano.

Come ho detto, questi segni di disperazione sono incoraggianti. Ma purtroppo, questa gente ha già fatto dei danni enormi, ed è nella posizione di poterne fare ancora tanti.

Nessun commento:

Posta un commento