Il parere di Wolfgang Munchau sul Financial Times a proposito dello stop all'austerità del governo Letta: come al solito, la chiameranno pace, ma sarà un deserto.
Come dobbiamo leggere lo sbandierato allentamento delle misure di austerità fiscale di cui si mormora recentemente in Europa? Siamo realmente di fronte ad una svolta di sostanza? Secondo il commento di Munchau sul Financial Times si tratta di una mera operazione di cosmesi politica, una operazione, al più, di pubbliche relazioni, che non intaccherà minimamente la natura pro-ciclica delle politiche di consolidamento fiscale intraprese dall’Italia. E nessun’aiuto potrà venire dalla Germania, a sua volta impegnata sullo stesso fronte.
Recentemente il nostro Von Papen… scusate il lapsus volevo dire Letta, dopo avere ricevuto l’incarico dall’appena rielettoHindenburg… dannazione ma che mi prende … volevo dire Napolitano, non ha perso tempo, e la settimana scorsa , come ci ricorda Munchau:
“(..) Ha inveito contro l'austerità, ma allo stesso tempo ha sottolineato il suo impegno a perseguire gli obiettivi di bilancio dell'Italia, come se le due cose fossero tra loro scorrelate (..)”
Già! Infatti poiché a seguito della strombazzata possibile abolizione dell’IMU si verrebbe a creare un buco di 8 miliardi, e del fatto chenulla si crea dal nulla nemmeno per desiderio divino, quindi figuriamoci per desiderio di Letta, Munchau ci informa che :
“(..) Si dice che il governo Letta stia studiando una imposta sostitutiva per colmare questa lacuna. La mia ipotesi è che l'Italia si atterrà scrupolosamente al piano di riduzione del deficit strutturale. Tuttavia, poiché la crescita economica sarà inferiore a quella prevista, c'è una buona probabilità che i deficit nominalisforeranno gli obbiettivi prefissati. La novità politica più probabile sta nel fatto che, almeno in parte, li lasceranno sforare
(..)”
(..)”
Munchau evidenzia un piccolo miglioramento in tutto ciò, ma sono da considerarsi comunque briciole.
“(..) Per comprendere più in dettaglio perché il cambiamento sia poca cosa, ci si deve render conto della enormità di scala dell‘ austerità inserita a Budget nel 2012 e del 2013.
Nel 2010 il saldo di bilancio strutturale Italiano era -3.6 per cento del PIL e al -3,5 per cento nel 2011.
Tuttavia, nel 2012 è balzato al -1,3 per cento, secondo i dati di aprile World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale.
Per il 2013 si prevede un altro balzo allo -0,2 per cento del PIL.
Quindi, l'aggiustamento cumulato nel 2012 e nel 2013 dovrebbe attestarsi intorno al 3,4 per cento del PIL.
Questa enorme correzione fiscale ha causato la recessione in atto, la cui entità è stata sottovalutata dalla Commissione europea e dal precedente governo italiano.(..)"
Va da sè che a questo punto si palesa il vantaggio di poter vendere un semplice e temporaneo allentamento della pressione come un segnale forte di cambiamento radicale di politica fiscale.
I “fabbricanti di politiche”, osserva Munchau, dispongono infatti di un certo margine di manovra in tal senso che permette loro di correggere gli obbiettivi in corso d’opera.
“(..) Ne ha fatta di strada l’Eurozona da quando la regola consisteva nell’inflessibile target del 3% nominale. La regola del 3 per cento c’è ancora, ma l’attenzione principale si è ora spostata sul deficit strutturale . Un miglioramento questo, ma lo schema generale di applicazione rimane pro-ciclico, anche se forse non proprio nella stessa misura di prima.
Per giunta l’Italia potrebbe venire sollevata dal seguire la rigida procedura prevista per i deficit eccessivi, il che permetterebbe un'ulteriore flessibilità sotto forma di sblocco di fondi per gli investimenti attualmente congelati. Il lieve allentamento della morsa dell’Austerità offrirebbe un ulteriore vantaggio per via dei minori danni collaterali conseguenti ai tagli di spesa frettolosamente decisi in Italia. Il governo italiano ha perseguito l’austerità non tanto consumando meno, ma semplicemente tagliando i servizi. L'I'talia ora ha bisogno di una nuova legge per consentire la ripresa di tali spese. (..)”
“Piutost che nient l’è mei piutost” si dice dalle mie parti. Trattasi comunque di un pannicello caldo, infatti:
"(..)L’eurozona continua a spingere verso il consolidamento fiscale, al contrario di quello che fanno negli Stati Uniti, nel Regno Unito ed in Giappone. Così facendo le politiche fiscali continueranno ad impattare negativamente sulla crescita. Se l’Eurozona pensasse seriamente ad una inversione ad U rispetto alle politiche di austerità, dovrebbe intraprendere l’unica cosa seria da fare in periodi di recessione, allentare la morsa fiscale, esattamente il contrario di ciò che sta succedendo.(..)"
Ma un momento, la Germania ci aiuterà! Certo, come no:
"(..) La Germania, un paese che dispone di margini di manovra fiscali molto più ampi dell’Italia, ha intrapreso politiche di consolidamento fiscale di dimensioni quasi simili. Tra il 2010 e il 2012 il miglioramento netto cumulato del saldo strutturale è stato pari al 2,5 per cento del PIL. L’Italia e la Germania sono entrambe programmate per raggiungere il pareggio, più o meno, tra quest'anno e l’anno prossimo. (..)
Dunque non c’è trippa pe’ li gatti, alias:
"(..) Non c’è modo che la Germania accetti di spendere di più a favore dei paesi del Sud Europa. Ciò perché essa stessa si è ingessata, approvando una legge di bilancio che richiede pressoché indefinitamente dei saldi strutturali attorno allo zero(..)"
Questo per i Crucchi, mentre a noi, grazie al Fiscal compact, al fine di contenere e ridurre il debbbbbitopubbbbblico, ci sarà richiesto di rientrare dal debito di almeno un 2% del PIL all'anno:
"(..)per raggiungere questo obiettivo, l'Italia dovrà riportare deisaldi strutturali in attivo per almeno una generazione.
Se si vuole che l’Austerità cessi, occorre cominciare con l’abrogare il Fiscal Compact e parimenti modificare alcune delle leggi collaterali in merito al coordinamento delle politiche fiscali. Dal che ne concludo che si andrà avanti con l'Austerità, semplicemente cambiandole il nome e presentandola in modo più morbido.
E ciò per tutto il tempo che durerà l’Euro”
Ecco ci mancava proprio anche il “diversamente morbido!”
P.S. Amici, dopo Hindenburg e Von Papen , ora non resta altro che da capire chi sarà Hitler! Si accettano suggerimenti!
Fonte: http://vocidallestero.blogspot.it/
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