martedì 9 aprile 2013

Crack Euro: come in un domino ri-tocca al Portogallo


Tagli alla scuola, agli ospedali e nei servizi sociali. Sono queste le misure alle quali sta lavorando il governo portoghese per trovare al più presto 1,3 miliardi di euro e riaggiustare la legge finanziaria bocciata dalla Corte costituzionale. «Siamo in emergenza nazionale, dobbiamo rispettare gli impegni, dobbiamo tagliare la spesa pubblica come concordato: l'unica alternativa al risanamento è un secondo salvataggio che sarebbe una sconfitta e una tragedia per tutto il Paese», ha detto in un discorso alla nazione il premier Pedro Passos Coehlo escludendo comunque qualsiasi ricorso all'aumento della tassazione.
Dunque Lisbona riparte dalla revisione della spesa nell'educazione, nella sanità, nel welfare dopo che giovedì notte i giudici dell'Alta corte - chiamati in causa dal presidente della Repubblica, Anibal Cavaco Silva - hanno stroncato quattro misure del budget per il 2013 sul pubblico impiego definendole contrarie ai principi di «uguaglianza ed equa distribuzione delle tasse» e quindi incostituzionali: bocciati il taglio della 14esima mensilità; la riduzione delle pensioni; i tagli ai sussidi di disoccupazione; e la riduzione dei congedi per malattia.
Sempre e solo per i dipendenti del pubblico impiego che nonostante siano stati i più colpiti dalla crisi economica e dagli interventi del governo continuano ad avere uno stipendio medio rispetto al settore privato.
Il governo portoghese deve quindi recuperare 1,3 miliardi di euro, pari allo 0,8% del Pil, su una finanziaria che ne valeva cinque in tutto. E come ha ricordato Passos Coelho non sembra nelle condizioni di ribellarsi all'austerity imposta da Ue-Fmi-Bce che nel 2011 ha salvato il Paese dal default con un prestito di 78 miliardi di euro.
«Sarà molto difficile compensare completamente da qui alla fine dell'anno le misure bocciate dalla Corte. Per rispettare gli obiettivi concordati si deve puntare a ridurre i maggiori capitoli di spesa che tuttavia sono proprio gli stipendi e le pensioni pubbliche: da soli valgono il 58% delle uscite primarie del governo», spiega Antonio Garcia Pascual, di Barclays sottolineando anche la necessità di mettere mano al sistema pensionistico.
Ieri, alla riapertura dei mercati, la Commissione europea ha sottolineato l'obbligo per il Portogallo di «mantenere gli obiettivi di bilancio per il 2013», dicendosi certa «che il governo di Lisbona saprà individuare rapidamente le misure necessarie per rivedere il bilancio 2013 e rispettare gli obiettivi». «Servono misure di rigore, subito», ha ribadito anche il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble.
Venerdì e sabato a Dublino i ministri finanziari europei discuteranno del caso Portogallo. Per allora Passos Coelho dovrà dare i dettagli delle misure sostitutive che intende introdurre: Lisbona deve dimostrare di rispettare i patti per poi cercare di ottenere target di deficit meno stringenti e sperare di rinegoziare i tempi di restituzione del prestito internazionale. I rappresentanti della troika Ue-Bce-Fmi saranno in Portogallo per una missione aggiuntiva nelle prossime settimane: per il rilascio della prossima tranche di due miliardi di euro del prestito, previsto a maggio, sarà decisiva anche l'azione di governo di questi giorni. «Il Portogallo deve mostrarsi unito, a livello nazionale, politico e istituzionale, nella determinazione a rispettare gli impegni presi per il risanamento dei suoi conti pubblici», ha dichiarato il presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso.
Il governo di Passos Coelho si è impegnato per quest'anno a contenere il deficit pubblico al 5,5% del Pil dal 6,4% con il quale ha chiuso il 2012. Ma in piena recessione questo sembra un target molto lontano. Come del resto sembra destinato a slittare il ritorno del Portogallo sul mercato del debito previsto per la fine di quest'anno. «Secondo gli accordi del bailout Lisbona dovrebbe raccogliere sul mercato 14,1 miliardi di euro già nel 2014. Ma - scrivono gli analisti di Commerzbank - dalla crescita del debito e dalla recessione persistente vengono segnali poco rassicuranti per gli investitori. La troika potrebbe anche essere costretta a concedere un secondo prestito per salvare l'economia portoghese».

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