mercoledì 25 febbraio 2015

La Grecia è corrotta? Sì, ma...



Ringrazio Francesca Cosentino, una ex manager, oggi in crisi ed esodata, che su Twitter ha dato luogo ad un ampia discussione su corruzione, crescita, crisi economica e situazione italiana e greca con Maurizio Cocucci, che mi segue sul blog ,perché mi hanno fatto venir voglia di scrivere ancora sulla Grecia, dopo il post sugli effetti della crisi.

Sì, possiamo dirlo, la Grecia è una Nazione con un alto tasso di corruzione. Nessuno può negare che nel paese ellenico vi è un perverso intreccio fra oligarchi e politica e che i primi possano usufruire di favori da parte dell'amministrazione pubblica, sia riguardo agli appalti che riguardo alla possibilità di eludere controlli fiscali e farla franca. Era corrotta prima dell'entrata nell'eurozona e lo è ancor più adesso (e prossimamente vedremo perché).

Il punto è però: è questa la causa della crisi? Il crollo del PIL dal 2008 ad oggi, l'alto debito pubblico, l'elevata disoccupazione, la perdita di competitività, la chiusura di aziende, il crollo dei redditi, sono tutti fenomeni spiegabili semplicemente con una corruzione arrivata a livelli insostenibili?

Vediamo intanto qualche dato sulla dinamica economica del Paese:




Gli indicatori sono disastrosi ed il confronto con il resto dell'eurozona, pur in crisi, impietoso: la Grecia risulta avere un andamento ed un livello peggiore in tutti i parametri analizzati e questo lo sapevamo. Ma il secondo grafico ci dice qualcosa di interessante e meno scontato: subito dopo la crisi del 2008 e fino al'inizio del 2010 la situazione delle famiglie era accettabile. I salari avevano tenuto, così come il welfare, ed anche se i consumi ed il reddito disponibile erano in calo la situazione sembrava in linea con quella degli gli altri Paesi periferici. Poi, dal 2010, il crollo verticale di tutti gli indicatori, crollo che si accentua nel 2011 per quanto riguarda salari e prestazioni sociali.

Cosa succede nel 2010 e nel 2011? Succede che, dopo che nel dicembre 2009 l'allora premier Papandreou rivela (!) al mondo che il debito della Grecia è superiore a quanto comunicato dal precedente governo, nel maggio del 2010 l'Unione Europea ed il Fondo Monetario Internazionale approvano un piano di salvataggio di € 110 mld., ma, in cambio, viene stilato un memorandum, dove sono indicati minuziosamente gli interventi da fare.

Gli interventi da attuarsi immediatamente sono:

- Aumento delle aliquote dell'IVA.
- Aumento delle accise su carburante, tabacco ed alcolici.
- Riduzione dei salari pubblici con la riduzione delle gratifiche pasquali, estive e natalizie e delle indennità degli impiegati.
- Eliminazione delle gratifiche pasquali, estive e natalizie per i pensionati, con salvezza di quelli che guadagnano fino a 1900 euro l'anno.
- Cancellazione del fondo per le emergenze .
- Riduzione delle pensioni più elevate.
- Abolizione della maggior parte dei fondi di solidarietà sociale (eccetto una parte del fondo per i poveri).
-_Riduzione degli investimenti pubblici per € 500 mln..
- Approvazione di una legge per l'aumento delle aliquote progressive per tutti i tipi di reddito e per l'introduzione di un'aliquota fissa sui redditi generati da lavoro e patrimoni.
- Approvazione di una legge che elimini ogni esenzione ed inserisca la previsione di una tassazione autonoma (retroattiva a gennaio 2010) per le indennità riconosciute ai lavoratori pubblici.
- Approvazione di una legge che preveda statistiche mensili del bilancio dello Stato.
- Creazione all'interno della Banca di Grecia di un autonomo Fondo per la Stabilità Finanziaria a garanzia di potenziali insolvenze ed a supporto del sistema bancario greco.
- Revisione della legge sul fallimento, secondo le indicazioni della BCE.
- Riforma delle Pubbliche Amministrazioni locali, finalizzata a ridurre i costi di funzionamento ed i salari dei dipendenti.
- Revisione da attuarsi con il confronto con le parti sociali per rivedere il peso dei salari privati e gli accordi contrattuali.

Da attuarsi alla fine del 2010 sono:

- Introduzione del blocco dei turnover al 80%.
- Riduzione dei consumi intermedi della Pubblica Amministrazione per almeno € 300 mln..
- Riforma della PA con l'obiettivo di ridurre i costi nel periodo 2011-2013 di € 1.500 mln. di cui almeno € 500 mln. entro il 2011.
- Congelamento dell'indicizzazione delle pensioni.
- Riduzione degli investimenti finanziati internamente di almeno € 1.000 mln., dando priorità agli investimenti finanziati da fondi EU.
- Introduzione di una "tassa di crisi" temporanea sulle imprese ad alto profitto.
- Incentivazione a sanare abusi edilizi per ottenere almeno € 1.500 mln. nel periodo 2011-2013, con almeno € 500 mln. nel 2011
- Aggravamento della tassazione presuntiva degli autonomi
- Aumento della base imponibile IVA e riconduzione all'aliquota normale di almenno il 30% dei beni che godono aliquota ridotta.
- Introduzione di una "tassa verde" sulle emissioni di CO2.
- Espansione della tassa sugli immobili con la revisione delle aliquote catastali.
- Aumento delle tasse sulle licenze, comprese quelle per i taxi.
- Introduzione di una tassa speciale sull'occupazione abusiva del suolo.
- Aumento delle tasse sui beni di lusso.

Segue un elenco di interventi da farsi legislativamente, come ad esempio, l'allungamento dell'età pensionabile (se avete voglia e pazienza il memorandum completo lo trovate qui).

A questo memorandum ne seguiranno altri, di controllo e modifica secondo i risultati ottenuti, che vi consiglio di leggere perché evidenziano una certa soddisfazione per i successi (!) ottenuti nel consolidamento fiscale e strutturale che stride ferocemente con i drammi sociali da questi causati e del tutto ignorati nei report.

A luglio 2011 un altro memorandum viene presentato a fronte di ulteriori € 50 mld, di aiuti, il quale prevede:

- Riduzione degli impiegati pubblici con l'obiettivo di licenziarne 150.000 o almeno il 20% del totale impiegato entro il 2015.
- Chiusura di Enti e Agenzie statali non essenziali.
- Riduzione dei compensi ai pubblici impiegati, in linea con quanto avvenuto nel settore privato.
- Razionalizzazione e rimodulazione dei servizi sociali, incluso tetto alle pensioni e revisione delle indennità di disoccupazione.
- Riforma delle pensioni.
- Riduzione del numero dei lavoratori con lavori usuranti.
- Revisione del criterio di inabilità per le pensioni dei disabili.
- Taglio del 10% dei bonus forfettari nelle pensioni per i dipendenti pubblici.
- Riforma della sanità con l'introduzione di ulteriori controlli sulla spesa farmaceutica ed ospedaliera
- Eliminazione di esenzioni e regimi speciali di tassazione.
- Inasprimento delle norme tributarie per la riscossione.
- Piano di azione anti evasione fiscale.

I risultati, come abbiamo visto nei grafici non è stato quello che si aspettavano: il debito pubblico non si è ridotto e con il crollo del prodotto interno lordo (sceso nel periodo del 25%) è arrivato al 169% del PIL e la Grecia ha bisogno di altri fondi per andare avanti. Forse la spiegazione è che quei lazzaroni dei greci non hanno fatto quanto si chiedeva loro? Anche in questi giorni si ripete da parte degli organismi europei e dalla Germania che i greci devono fare di più. E' così? Non proprio:


Questo grafico, che l'OCSE ha prima tentato di cancellare e poi, subissato dalle proteste di chi l'aveva già visto, ha modificato e reso meno espressivo, mostra che i più solerti a fare le riforme (parola diventata ormai liturgica in un contesto liberista dal tono economico-religioso...) sono stati proprio i greci, con a ruota i portoghesi ed i spagnoli, ovvero tutt'e tre i Paesi che più hanno sofferto e soffrono per la crisi. Il titolo si può tradurre come "Il saldo delle riforme" ed evidentemente il saldo è totalmente negativo.

Si può dire quindi che la colpa è della corruzione? Se la corruzione esisteva anche prima della crisi e persino prima dell'entrata della Grecia nell'euro, circostanza che non mi pare discutibile, allora si possono fare due ipotesi: la prima è che, dopo il 2001 (data di entrata della Grecia nell'Unione Monetaria) e soprattutto nel 2010 i greci sono diventati TUTTI ignobilmente corrotti e nonostante le riforme draconiane tendenti a portare un po' di sana gestione non è cambiato nulla, oppure proprio le riforme con la loro azione pro-ciclica e quindi, in questo contesto di ciclo economico, depressiva hanno portato a tali risultati drammatici.

Io propendo per questa ultima ipotesi, voi non so.



2 commenti:

  1. Caro Luigi, ho letto questo tuo riassunto e apprezzo che i dati citati siano corretti, così evitiamo di perdere tempo con precisazioni. Rimango comunque convinto che la cosiddetta Troika (oggi Institutions) sia poco responsabile della attuale condizione in Grecia, ma per comprendere il motivo del perché asserisco questo occorre cambiare prospettiva. Una premessa, io sono dell'opinione che la Grecia non doveva entrare nell'area euro e se oggi dovesse uscirne non sarebbe una tragedia nè per l'eurozona nè per il Paese, sebbene avrebbe inizialmente delle ripercussioni negative, perché proprio oggi vi sarebbero le condizioni, se non proprio ideali almeno favorevoli, per optare per questa soluzione in quanto gran parte del debito è nelle mani delle Institutions. Questo comunque non assolverebbe la Grecia dall'onere di ripagare il debito, ma potrebbe farlo conciliando gli interventi per conseguire una ripresa al di fuori delle rigide regole dell'eurozona.
    Ma tornando alla analisi delle circostanze che hanno portato quel Paese alla drammatica condizione di oggi occorre tornare al 2001, anno in cui hanno adottato l'euro. Cercherò di essere schematico. Dal 2001 al 2007 (anno prima della crisi finanziaria) la Grecia ha visto aumentare il proprio PIL in termini reali (cioè a prezzi costanti) poco meno del 28% mentre la Germania ad esempio nello stesso periodo del 8,7% e l'Italia del 7,1% (dati FMI). Quello che però balza all'occhio è l'andamento della spesa pubblica che rimane pressoché costante in termini percentuali rispetto al PIL (44÷45%) mentre, si badi bene, le entrate sono scese lentamente dal 41% del 2001 al 38% nel 2004 per poi risalire di un paio di punti e mezzo percentuali nel 2007. Questo andamento è alquanto anomalo, tanto che è l'unico caso riferito ad un Paese che registrava deficit elevati e la dice lunga sull'efficacia del sistema fiscale greco. Quando il 'giocattolo' poi si ruppe la Grecia si è trovata nelle condizioni di non poter sostenere la spesa pubblica perché il mercato non era più disposto a rischiare denaro su titoli che erano oramai giudicati ad alto rischio. A quel punto le opzioni per le autorità greche erano due: dichiarare default e uscire dall'euro oppure chiedere l'intervento delle uniche istituzioni internazionali in grado di correre in aiuto, ovvero FMI, BCE e UE. Questo è bene ricordarlo perché c'è chi pensa che la Troika intervenga autonomamente. La Troika ha predisposto delle misure che la Grecia avrebbe dovuto rispettare in cambio del sostegno finanziario e tali misure sono state certamente dure ma mi/vi domando: dove sono finiti tutti i soldi conseguiti nel periodo d'oro prima menzionato? Chi si è arricchito? Chi recentemente ha trasferito miliardi di euro dalle banche greche all'estero per timore di una uscita del Paese dall'euro? E veniamo ad oggi. Tsipras e Varoufakis hanno preso l'impegno di recuperare ben 7,3 miliardi di euro da tre misure tutte riferite al malaffare o da 'anomalie fiscali' (per usare un eufemismo), pari circa al 4% del PIL attuale, e domando ancora: non si potevano introdurre prima queste misure alleggerendo così il peso di altri provvedimenti (es.sanità)? E altro a mio avviso ce ne sarebbe, quindi se avessero avuto governi onesti e non collusi (escludo questo ultimo di Tsipras che si è appena insediato) sono convinto che molta parte della popolazione non si troverebbe nelle condizioni drammatiche in cui versa oggi. La Grecia ha un peso elevato del settore pubblico ma non ha un vero e proprio welfare, questo ha accentuato le conseguenze negative della crisi. In ogni caso va però fatto presente che nel 2014 il PIL ha ripreso a crescere e le prospettive sono promettenti e lo stesso per il saldo delle partite correnti, che fino al 2013 registrava deficit alquanto elevati.

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  2. Ti ringrazio dell'apprezzamento sui dati corretti :).
    Quello che dici non sposta i termini del discorso, anzi li rafforza: che la Grecia era (è) un Paese corrotto lo dico nella prima riga dell'articolo e che gli oligarchi si siano stra-arricchiti prima e DOPO la crisi, subito dopo.
    Il problema è che non esiste debitore se non c'è un creditore: ora, come dico nel commento più sotto la Grecia è stata inondata di denaro e spinta a consumare al di fuori di ogni logica economica. La media borghesia, che stava faticosamente emergendo con il migliorare delle condizioni economiche, si è trovata a poter acquistare beni prima sognati, come una Mercedes, a prezzi relativamente convenienti, me soprattutto con generosi finanziamenti.
    Ora coloro che prestavano il denaro alla Grecia, che sapevano benissimo che stava indebitandosi ben oltre la soglia di default di qualsiasi Paese, hanno contato cinicamente su due presupposti: l'euro non si sarebbe svalutato, qualsiasi fosse stato il deterioramento della situazione greca, e quindi si poteva guadagnare sulle commissioni bancarie e sugli interessi più alti rispetto ad investimenti in altri Stati, senza rischiare di vedersi ritornare la sorte svalutata, ed il fatto che le sicure difficoltà di rientro e le conseguenti crisi del settore finanziario greco (che veniva foraggiato dalle banche estere) sarebbero state ammortizzate dal meccanismo di salvataggio, prima pubblico, poi eventualmente europeo.
    Questo comportamento, tipico di un mercato lasciato libero a se stesso e quindi con visione di brevissimo respiro, ha trovato terreno fertile, da una parte nell'ebrezza del consumo finalmente possibile per i greci, dall'altra nella possibilità di corrompere facilmente funzionari pubblici per far spendere anche lo Stato.
    Secondo te, i corruttori - fornitori di beni non hanno colpe?
    L'euro poi ha altre colpe, prima di tutto quella di mascherare i guasti di politiche errate di spesa ed indebitamento dello Stato e portando così un governo a poter creare buchi spaventosi di bilancio, senza che la valuta ne abbia conseguenze e che gli operatori esterni ne abbiano coscienza. La mancanza di signaling che ho citato più sotto.
    Questo mix micidiale ha permesso una crescita drogata dal 2001 al 2007, con una spesa pubblica tutto sommato costante (si sono fatte opere pubbliche, ancorché esagerate, come la metropolitana di Atene) con sprechi ed anomalie (la spesa militare sul PIL è stata nel periodo la più elevata in EU!) grazie alla corruttibilità dei funzionari (corrotti da chi, lo sappiamo) Una spesa privata in forte aumento ed un indebitamento estero da capogiro. Alla fine anche il mercato, grazie alla crisi globale, si è accorto (...) che qualcosa non andava ed ha preteso interessi sempre più elevati, con una certa dose di ipocrisia, visto che tutto era da tempo ben capibile. Ma finché si guadagna...
    Sarebbe accaduto ugualmente senza l'euro e la folle cinica ingordigia delle banche e dei produttori esteri, favorita dall'euro? Io credo di no.
    Poi la cura (imposta) è stata peggio del male.
    La Grecia è stata messa all'ingrasso e poi macellata. Al macello hanno partecipato anche gli oligarchi greci ed alcuni politici: questo sposta qualcosa?

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