venerdì 20 febbraio 2015

Quando era la Germania ad essere nelle mani della Commissione...



Riporto per i pochi, ma affezionati lettori di questo blog, l'articolo da me pubblicato su Scenari Economici (www.scenarieconomici.it).

L'esame di questo post di Krugman, tradotto dall'ottimo blog Voci dall'Estero, ed il grafico relativo mi hanno fatto venir voglia di vedere più da vicino quali sono state le condizioni imposte alla Germania dal trattato di Versailles, dopo la I guerra mondiale.

Ho scoperto che:
1- Il Trattato prevedeva un risarcimento di "tutti i danni arrecati alla popolazione civile degli alleati e alle loro proprietà in conseguenza dell'aggressione della Germania per terra, per mare e per aria" (art. 232)
2- Lasciava incerto l'importo del risarcimento che sarebbe dovuto essere determinato da uno speciale organo: la Commissione delle riparazioni.

Poi su la voce "riparazioni di guerra" della Treccani ho trovato questo brano che vi riporto con stralci (grassetto mio):

"Il principio francese delle riparazioni integrali, matematicamente cioè rispondenti ai danni arrecati, si presentò subito di difficile attuazione. Una nuova conferenza, a Londra (29 aprile-5 maggio 1921), fissò il cosiddetto "stato dei pagamenti", che per vari anni rimase il fondamento di discussione col Reich. In virtù sua fu stabilito come ammontare del debito la cifra calcolata dalla Commissione delle riparazioni oltre al rimborso dei prestiti fatti dagli alleati al Belgio.
Il Reich era così tenuto ai seguenti pagamenti annuali: 1. una somma fissa di 2 miliardi di marchi oro; 2. una somma corrispondente al 25% del valore delle esportazioni tedesche in ogni periodo di 12 mesi a partire dal 1° maggio 1921 o eventualmente una somma equivalente da fissarsi in base a un altro indice; 3. una somma supplementare eguale all'1% delle esportazioni o eventualmente una somma equivalente. Le annualità, prendendo come estremi il valore delle esportazioni tedesche nel 1921 (circa 4 miliardi di marchi oro) e il valore prebellico (circa 10 miliardi) potevano quindi variare da 3,04 miliardi a 4,6 miliardi di marchi oro.
Lo "stato dei pagamenti" trovò la Germania concorde nel ritenerlo superiore alla sua capacità e fu accettato come un'imposizione, in seguito all'ultimatum presentato dagli alleati il 5 maggio, accettato dalla Germania il 13. Un primo versamento di un miliardo fu compiuto il 31 agosto 1921. Tale pagamento fu prova evidente dell'incapacità del Reich a sostenere un aggravio sì elevato. Il governo dovette ricorrere alle riserve accumulate dai privati e dagl'istituti di credito e sopperire alle differenze ingenti con crediti esteri. Il cambio risentì sinistramente di questa operazione, e, se i crediti esteri ebbero il potere di arrestare la caduta del marco per breve tempo, non poterono però scongiurarla, ché la raccolta dei fondi da versarsi era alimentata da sempre nuove emissioni. La disastrosa situazione finanziaria, che comportava condizioni gravose per la concessione di prestiti esteri, determinò une sforzo intenso.
Dopo questo pagamento e dopo quello della quota della parte variabile dell'annualità, scadente il 15 novembre, la Germania comunicava il 14 dicembre 1921 di non potere adempiere agli obblighi delle scadenze dei prossimi mesi. Da qui le riunioni di Cannes (6-13 gennaio 1922) e Parigi (8-11 marzo 1922). La Commissione delle riparazioni il 21 marzo comunicava al governo del Reich la concessione di una moratoria parziale per il 1922 e l'ammontare da versarsi entro l'anno.
Alla conferenza economica di Genova (10 aprile-19 maggio 1922) la Francia si oppose a che fosse riposto in discussione il problema delle riparazioni. Il peggiorare della situazione obbligò la Germania a richiedere il 12 luglio una nuova moratoria per i pagamenti in specie sino alla fine del 1924. Tale domanda fu posta in discussione a Londra (7-14 agosto) in una riunione all'uopo convocata. Le conclusioni sue furono però nulle e il problema fu rinviato allo studio della Commissione delle riparazioni, la quale con deliberazione del 31 agosto decise di soprassedere a ogni nuova moratoria, finché fosse ultimato un progetto di riforma delle finanze tedesche, e di accettare provvisoriamente dei buoni semestrali.
Una nuova domanda di moratoria pervenne da parte del Reich il 14 novembre. Oltre alla moratoria, la Germania richiedeva una riduzione della cifra totale e l'appoggio per la conclusione di un prestito per risanare le finanze."

Ho evidenziato i punti che più mi hanno colpito nell'analogia fra Germania post I guerra mondiale e Grecia post crisi economica: se sostituite alla Francia la Germania e alla Germania la Grecia avete esattamente la dinamica del debito, delle richieste e delle concessioni fino ad oggi avutesi in Europa per lo Stato ellenico!

Ma la cosa fantastica è che se andiamo a vedere i poteri della Commissione che a norma del Trattato essa aveva nei confronti della Germania, sembra di leggere quelli attuali della Troika sui Paesi che hanno chiesto aiuto all' EFSF!

Art. 233 ... La Commissione stabilirà le modalità di pagamento con previsione delle epoche, e le modalità di pagamento da parte della Germania dell'intero suo debito entro un periodo di trent'anni...
Art. 234 La commissione delle riparazioni dovrà studiare periodicamente le risorse e le capacità della Germania... ed avrà i poteri per estendere il periodo e modificare le modalità di pagamento....
Art. 240 Il Governo tedesco riconosce la Commissione... riconosce ad essa irrevocabile l'esercizio dei poteri che ad essa conferisce il presente trattato. ...
Art. 241 La Germania si impegna a promulgare, mantenere in vigore e a far pubblicare tutte le leggi, regolamenti e decreti che potranno essere necessarie per assicurare la completa esecuzione degli impegni di cui sopra.

Questa rassomiglianza nei poteri di controllo ed indirizzo, poiché ambedue tolgono di fatto ogni sovranità al Paese sottoposto al loro potere, porta alla logica conclusione che uno Stato che ha dovuto, ricordiamoci, non per sua colpa, chiedere l'aiuto del Fondo Salva Stati è considerato e trattato come uno Stato che ha perso una guerra da esso scatenata.

C'è da meditare...

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