giovedì 21 novembre 2013

L'euro contro l'Europa



(...pacatamente...) 


Sul sito di a/simmetrie trovate le informazioni e il modulo per registrarvi (gratuitamente) al convegno L'euro contro l'Europa, organizzato dalla Fondazione Nuova Italia (che ha preso l'iniziativa) e da a/simmetrie (che ha assicurato il supporto organizzativo e scientifico).

Partecipano Diego Fusaro, Brigitte Granville, Jacques Sapir, Stefano Fassina, Alberto Bagnai, Luigi Casero, Guido Crosetto e...

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Gianni Alemanno! 


Ecco. Non lo volevo dire, ma l'ho detto. Sì, non lo volevo dire. Non per un fatto personale. La politica non mi ha mai interessato molto, e infatti, come sapete, tutti i miei colleghi (quelli che "la colpa è dell'austerità", quelli che "a settembre andiamo da Bersani", quelli che "le carriole di Weimar") non si esentano dal grato (per loro) compito di farmi adeguate lezioncine in merito. Io, poi, quando vado a correre lungo il fiume, dietro Saxa Rubra (portando sempre con me un sacchetto di sale da spargere sulle rovine fumanti che presto vedremo), getto ogni tanto uno sguardo distratto verso il Tevere, e li vedo, gonfi, portati a valle dalla corrente, questi miei colleghi fini politici. Li vedo mendicare attenzione da organizzazioni delle quali mi parlavano con disprezzo dodici mesi fa ("Ma che ci vai a fare, Alberto, sono quattro gatti!" - e io ci andavo). Li vedo sprofondare nell'irrilevanza e nell'oscurità della menzogna.

Allora, chiariamo subito un concetto. Non è colpa mia se questo dibattito in Italia sta diventando appannaggio della destra. Io avevo chiaramente avvertito più di due anni fa la sinistra dell'errore che stava commettendo e che le sarà fatale, e lo avevo fatto non in un luogo "oscuro", ma in un dibattito promosso sul Manifesto da Rossana Rossanda. Tutto quello che prevedevo in quell'articolo (l'avvento di un governo "tecnico" salutato dalla sinistra - Monti, il macellaio col grembiule rosa; l'avanzata delle destre prima in Francia e poi da noi, ecc.) si è puntualmente verificato, perché era ovvio che si sarebbe verificato.

Di questi saggi avvisi i compagni se ne sono ampiamente battuti il belino (sugli scogli di Quarto), salvo poi confessare di aver orientato il dibattito in senso eurista (come sapete). Hanno cioè confessato di voler difendere il più spietato e criminale progetto oligarchico promosso in Europa da secoli, un progetto il cui fallimento viene oggi dai suoi padri nobili imputato, con toni colpevolizzanti, ai governi cialtroni che non avrebbero bene operato, quando lo scopo del progetto stesso era, molto chiaramente, proprio quello di togliere ai governi tutti gli strumenti per operare: la politica fiscale, la politica monetaria, la politica valutaria, aggirando il consenso dei cittadini, per ridurre ideologicamente il government footprint, consegnando alla finanza privata tutto il risparmio intermediato dall'operatore pubblico, come ho spiegato qui.


Chiaro?

Se è stato Gianni Alemanno a contattarmi per organizzare questo dibattito, invece di Ferrero, di Vendola, di Epifani (mi viene da ridere), non è un problema mio: è un problema di Ferrero, Vendola, Epifani e zombie simili. Perché Alemanno faccia oggi questo, o perché abbia fatto altro in passato, scusatemi, non mi interessa. Siamo in una casa in fiamme. A chi ci aiuta ad indicare l'uscita non credo sia il caso di chiedere la carta di identità, come ha chiaramente detto Claudio a Pescara. Chi la pensa diversamente può dirlo, e mi limiterò a un civile e pacato commento.

Alemanno vuole assicurarsi la propria sopravvivenza politica? Bene, bravo. Molto meglio di Renzi, che si sta trasformando da delfino del PD a tonno nella tonnara dell'euro, ascoltando i saggi avvisi dei suoi consulenti economici.

Cooperare con lui è pericoloso? Forse. Restare nell'euro lo è certamente. Per me non è un problema che Alemanno si avvalga della mia divulgazione, della mia capacità di attivare un dialogo (anche con Fassina, mi dispiace per chi è rimasto deluso), come non lo è per Jacques Sapir che Marine Le Pen si avvalga della sua, o per Costas Lapavitsas che Alba Dorata citi i suoi articoli. I problemi, ora, sono altri, e solo chi vuole difendere la faccia dei propri decotti referenti politici può ignorarli.

Sentiamo un po', fini politologi: secondo voi è meglio riconoscere quello che Nicholas Kaldor (noto economista conservatore!) aveva già chiaramente detto nel 1971, cioè che la moneta unica avrebbe portato l'Europa alla disgregazione politica, e operare per la rimozione di questa moneta in un'ottica trasversale di solidarietà, come proponiamo noi, oppure dire che l'euro è bello perché ce l'ha dato la sinistra, ma purtroppo, signora mia, la Germagna è tanta tanta egoista, e con la sua austerità ha rotto il meraviglioso Fogno della sinistra internazionalista?

Secondo voi cosa rischia di fomentare conflitti intraeuropei, quale delle due opzioni è più "populista"?

Per salvare la faccia mandereste a morire decine di milioni di persone, cari intellettuali de sto cazzo, che ancora non avete capito che il capitale nasce internazionale e il proletariato non lo diventerà mai, e che l'unico possibile presidio di democrazia, e quindi di tutela delle classi subalterne, oggi è lo Stato nazionale, che è poi l'entità sovrana che si costituisce sotto il presidio di una Costituzione, l'unico strumento dal quale possiamo aspettarci un minimo di tutela dei nostri diritti fondamentali, e con il quale voi invece, seguendo la corrente "europeista", volete nettarvi le terga, in nome di un malinteso "superamento del nazionalismo".

Bene. Per me i fascisti siete voi. E non me ne importa una beneamata fava se quando l'on. Alemanno picchiava qualcuno (così mi dicono i bene informati), voi eravate nel vostro orticello ad annaffiare le mammole, riflettendo sulla composizione organica del terriccio e sulla caduta tendenziale dei vostri capelli (tema nel quale vanto un deciso primato). Quello era prima. Ora la gente muore, con la vostra complicità, con la vostra acquiescenza, anzi, con la vostra fottuta Schadenfreude, perché a voi che la gente muoia piace, perché così, pensate voi, esploderanno le contraddizioni del capitalismo.

Ecco.

Ora sapete perché questo convegno non è organizzato da certa gente, ma da altra gente. Chi viene mi fa un piacere, e chi non viene me ne fa due.





(...maledetti in eterno)

Fonte:
http://goofynomics.blogspot.it

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