mercoledì 6 novembre 2013

Cosa sapete della Grecia?

Cosa sapete della Grecia? Molto poco, credo. La maggior parte di voi immagino saprà quello che ripetono giornali e televisioni: la Grecia si sta riprendendo, ci sono cauti segnali di inversione, la dura cura sta cominciando a funzionare, ecc.. Per la verità oggi la UE ha dovuto ammettere che la Grecia è entrata in deflazione, ovvero calano i prezzi, ma cala anche la domanda, mix micidiale per la crescita di una economia, ma tutti si affannano a dire che si vedono timidi segnali di ripresa: il Governo greco è fiducioso che quest'anno si avrà un piccolo avanzo primario ed il deficit delle partite correnti è stato pressoché eliminato.
Tutto bene quindi? Mica tanto. Quello che non vi dicono è a che prezzo il Paese ha ottenuto questi pur modesti risultati. Siccome lo scopo di questo blog e del movimento Democrazia e Sovranità è quello di informare il più correttamente e compiutamente possibile, ecco il prezzo, dal racconto che Grigorius Panagiotis ci ha fatto (ci, perché ho avuto la fortuna di partecipare direttamente alla due giorni di Pescara), come riportato e commentato dall'ottimo Mattia Corsini di ARS (fonte: www.mattiacorsini.blogspot.it).
Panagiotis é uno storico e antropologo, autore del blog di divulgazione sulla crisi greca Greek crisis.  Ci ha parlato sia delle tragedie economiche in termini di dati agghiaccianti spesso celati dall'informazione italiana ed europea (secondo Bagnai per il preciso obiettivo di nascondere dove Paesi del Sud si stanno dirigendo seguendo le politiche imposte dalla Troika) sia del lato antropologico dei cittadini greci nella sua evoluzione (negativa) in seguito a queste imposizione economiche.  Secondo Panagiotis la Grecia in un certo senso è già fuori dall'euro, perché non sente più sua questa moneta, sempre più scarsa ed identificata con il massacro imposto dalla Germania e dalla Troika "é per noi sinonimo di catastrofe e morte" ha detto. La maggior parte dei greci pensa che l'euro sia un'arma da guerra. I dati sono impietosi. I greci stanno uscendo dall'economia reale (PIL crollato del 20% nell'ultimo anno), si ha un suicidio ogni 18 ore, e 1/3 della popolazione residente (oltre 3 milioni di persone) non ha accesso alla sanità più elementare. Il 62% della popolazione é ora disoccupata, e il modello antropologico é così cambiato che andando all'estero é come viaggiare nel tempo. La Grecia non è di fatto più una democrazia da tempo (dalla rimozione del governo Papademos), ma non è più nemmeno un'economia capitalistica perché il capitale non c'è. Le zone turistiche restano relativamente floride, ma altrove oltre il 40% delle attività hanno già chiuso. La poca produzione è quasi interamente esportata e non va pertanto a beneficare l'economia greca.Materie prime e semilavorati ormai provengono COMPLETAMENTE dall'estero, la Grecia non é più in grado di effettuare le più banali lavorazioni e raffinamenti. Ergo, è completamente dipendente dall'estero, poiché i fornitori, che MAI farebbero credito sulla fiducia a un greco, ormai pretendono pagamento anticipato in euro o dollari.Fate molta attenzione a questo, perché è il punto a cui è ormai arrivato anche il Portogallo che di fatto lega indissolubilmente l'economia greca all'euro. 
I suicidi fra professionisti e imprenditori, come pure fra licenziati, si moltiplicano. Lavori che prima della crisi venivano pagati 4000 euro ora vengono pagati 300. Cresce il numero di persone ancora al lavoro ma senza stipendio, che non vedranno mai. Nel settore pubblico, in smantellamento rapidissimo, le chiusure arrivano istantanee (la ERT, la televisione greca, ha chiuso in 2 giorni netti senza preavviso alcuno). Il mercato del lavoro è destrutturato. Ormai sono aperti solo i negozi di gruppi multinazionali, in grado di vendere a prezzi insostenibili per la concorrenza locale, che è di fatto sparita. Ci sono state 19 manovre economiche nell'ultimo anno, che hanno portato confusione e incertezza a livelli insostenibili e patologici persino. Nella mente delle persone è ormai presente la monocultura del disastro. Un popolo in preda al panico che per giunta si sente colpevole della situazione, è un popolo che non ha più nemmeno occasione di riflettere sul suo futuro. Democrazia e libertà civili non hanno più molto senso, quando il tuo orizzonte temporale di pianificazione non arriva alla settimana successiva. Panagiots ci fa anche notare come in Grecia la proprietà privata di fatto stia sparendo, specie nel settore immobiliare. E' passata una legge per cui chi ha debiti fiscali con lo stato, viene privato della casa, anche qualora la sua valutazione sia superiore al debito. Gli sfollati aumentano ogni giorno, e chi può fugge. I giovani specialmente non hanno prospettiva alcuna, e non possono nemmeno pagare per la sanità. A maggior ragione, non avranno alcuna pensione. A molti mancano semplicemente le forze per protestare.

Per la stessa ragione non ci sono più partiti antagonisti né movimenti popolari di protesta. Le proteste verificatesi hanno avuto esito nullo, e nessuno ha più il denaro necessario per organizzarsi e opporsi ai partiti a libro paga della Troika. Il popolo greco é prostrato e sconfitto.
Ci sono grossi problemi per il riscaldamento, in vista dell'inverno imminente. Le vendite di kerosene sono calate dell'80%, e chi può é tornato al riscaldamento a legna, con gravissime ricadute su ambiente e inquinamento ambientale (capito, decrescisti?). I pochi salariati rimasti prendono 3-400 euro, ma i prezzi non sono scensi in accordo e non uniformemente, ergo é quasi impossibile cavarsela anche con uno stipendio.



Il memorandum della Troika che il governo collaborazionista greco ha firmato senza neppure leggerlo riguarda i prossimi 50 (cinquanta) anni. Chi in Grecia oggi è giovane e povero MORIRA' povero. Il governo greco agisce unicamente per decreto e non discute più alcun progetto di legge. L'unica volontà politica é quella della Troika, in particolare della Germania che vigila su tutto ciò come nei bei tempi andati del secondo conflitto mondiale. E' stato infatti creato il consiglio greco-tedesco per la cooperazione economica, che vigila come il peggiore dei kapò sull'applicazione tassativa del memorandum. Costituzione e sovranità greca non esistono più.


L'ascesa di Alba Dorata (secondo i sondaggi ormai al 15%, dallo 0.3% di partenza) parla da sola. Molti politici e addirittura attuali deputati stanno passando nelle sue file, alcuni sono stati arrestati, così come (giustamente) i responsabili di atti violenti gratuiti (come il rapper ucciso). Il problema é che il governo Samaras ha radicalizzato all'estremo il dibattito. Al di là del fatto che si parla di introduzione di reati ideologici in chiave pro-Troika (non ancora operativi), in Grecia i no euro e i dissidenti sono ormai sistematicamente criminalizzati. Non c'é più eufemismo alcuno nel dibattito greco. O servi e accetti senza fiatare il regime, o vieni messo ai margini della società e/o dietro le sbarre, come il movimento di protesta minerario greco assai affine al movimento no-Tav italiano. Il quarto Reich alla sua massima espressione.

E fine. Scusate, mi sono dilungato nei dettagli, ma CAZZO DOVETE SAPERE!!! Chi non vi informa e minimizza, quando non direttamente giustifica il trattamento greco da parte dell'eurosistema, STA DIFENDENDO QUESTO!!!! 

E come tale andrà trattato. #Norimberga2

Tanto per non pensare che questa sia una ricostruzione allarmista ed esagerata della situazione greca, ecco cosa riportava l'agenzia Reuters il 24 ottobre scorso (fonte qui):

I greci sono in media più poveri di quasi il 40% rispetto al 2008, secondo alcuni dati che illustrano l'impatto della brutale recessione e delle misure di austerità che il governo potrebbe essere costretto a estendere al prossimo anno.

Il reddito lordo disponibile è sceso del 29,5% tra il secondo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del 2013, ha reso noto oggi il servizio statistico Elstat. Tenuto conto dell'inflazione, il calo si avvicina al 40%.

La Grecia, che dal 2010 conta su aiuti internazionali, è ai ferri corti con Ue e Fmi sull'ammontare del proprio deficit 2014.

Lo scontro ha fatto pensare che Atene - che ha escluso tagli generalizzati a stipendi e pensioni - potrebbe essere costretta ad adottare nuove misure di austerity.

Tagli alla spesa e aumenti delle tasse per soddisfare i termini dei prestiti internazionali, insieme alla disoccupazione record, hanno eroso i consumi interni, che in Grecia rappresentano circa i tre quarti del Pil, la proporzione maggiore tra i 17 Paesi dell'Eurozona.

Gli stipendi dei lavoratori sono scesi del 34% dal secondo trimestre 2009, sempre secondo i dati Elstat. Nello stesso periodo, il governo ha ridotto i benefit sociali del 26%.

Il servizio statistico dice che la crisi ha interessato anche i livelli di risparmio delle famiglie, scesi dell'8,7% nel secondo trimestre del 2013 contro un calo del 6,7% di un anno prima.

Sulla base delle previsioni Ue/Fmi, l'economia greca dovrebbe registrare una contrazione del 4% quest'anno prima di una modesta ripresa nel 2014. In questo modo il calo complessivo del Pil nel periodo 2008-2013 arriverebbe al 25%, segnando la più profonda recessione del Paese dal dopoguerra.


Di tutto questo, dita la verità, cosa ne sapevate? Ecco, appunto.

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