C’è un record insospettabile, oltre a quello del debito pubblico, detenuto dalla Germania di Angela Merkel: il primato di economia sommersa tra i Paesi dell’Ue.
Un titolo di cui, immaginiamo, la Germania non si fregia volentieri. L’immagine di rigore e austerità che i tedeschi vorrebbero esportare ed imporre anche al resto dell’Ue, dimostrando peraltro scarsa disponibilità al concetto di sostegno tra Stati come si conviene ad una comunità che si vorrebbe unita, viene messa in crisi dai recenti primati inanellati dalla Germania targata Angela Merkel.
Innanzitutto, il debito pubblico, che nel 2011 ha superato quello italiano, diventando il terzo debito pubblico più alto del mondo dopo Usa e Giappone e ovviamente il primo in Europa. Oggi la Germania non sta meglio: gli ultimi dati pubblicati dal Sole24Ore ad aprile 2013 parlano di un debito pubblico salito alla quota record di 2.166 miliardi di euro, con un incremento dell’1,5% rispetto al 2011. Una cifra di poco superiore a quella italiana, il cui debito pubblico dopo la “cura Monti” è schizzato a poco più di 2.000 miliardi, dopo che ai tempi del governo Berlusconi era riuscito a scendere sotto i 1.900 miliardi.
E’ notizia di questi giorni invece il nuovo record teutonico: il lavoro nero tedesco vale 350 miliardi di euro e impiega otto milioni di persone.
Dati che surclassano quelli del lavoro nero italiano, nonostante l’immagine dipinta spesso dagli italiani stessi di un Belpaese pieno di “evasori, lavoro nero ed economia sommersa”.
Anche in questo caso, invece, la Germania surclassa tutti e si posiziona saldamente sul gradino più alto del podio.
Lo studio, commissionato dal colosso della carte di credito Visa in collaborazione con l’università di Linz, rivela altri dati: in relazione al Pil tedesco, il nero sarebbe al 13%, circa 1/6 della ricchezza nazionale. Questo significa che, pur vantando la Germania il più grande sommerso d’Europa in termini assoluti, in relazione al Pil è la Bulgaria a fare la parte del leone con un sommerso che vale il 30%. Seguono Germania, Italia e Portogallo con il 20%.
Secondo l’università di Linz, inoltre, le casse dello Stato tedesco non ne risentirebbero più di tanto: grazie all’Iva vengono recuperate quelle risorse evase in virtù dei contratti o dei pagamenti in nero. Gettito dell’Iva che sarebbe di molto inferiore se i consumi crollassero a causa dei mancati redditi garantiti dal lavoro nero.
A quanto pare, il sommerso sembra non essere affatto un problema per la Germania. Strano che appaia come quello principale per l’Italia.
Fonte: www.qelsi.it
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