mercoledì 12 marzo 2014

Il paradosso della troppa informazione: il caso Ucraina


La crisi ucraina è stata raccontata, almeno dai media occidentali, in un modo che è paradigmatico del funzionamento delle società moderne, basate sull'informazione massiccia. Già nel 1969 Borges metteva in guardia dalla troppa informazione che circola, dichiarando: "Era meglio nel medio Evo: c'erano meno libri, ma venivano letti. Oggi la gente vive solo il contemporaneo: sul giornale leggono della Cina, della Svezia, dell'America, per cui parlano di questi paesi, senza però conoscerne la storia". Adesso nel 2014, grazie alle tecnologie digitali ed alla rete, abbiamo cento volte più informazioni potenzialmente a disposizione, ma la capacità umana di acquisizione è rimasta pressoché la stessa. La conseguenza è che, per pura difesa, lasciamo che questa enorme massa di informazione ci scivoli addosso, come la pioggia su un impermeabile, senza poter o voler fare una cernita ragionata di quanto ci viene raccontato, con il risultato paradossale di avere meno senso critico adesso di quando l'informazione scarseggiava e poteva essere gestita. Questo ci pone più indifesi nei confronti delle narrazioni che provengono da fonti considerate genericamente "autorevoli" come i telegiornali: non avendo né tempo, né voglia di acquisire autonomamente le informazioni, cosa che implicherebbe fare una valutazione e scelta critica della massa indistinta di dati reperibili aliunde, diamo per buone le costruzioni dei fatti che ci vengono fornite, oltretutto supportate da immagini in diretta e dal vivo che danno l'illusione dell'oggettività delle stesse, come se la televisione fosse l'occhio di Dio che tutto oggettivamente vede, e non un mezzo necessariamente parziale che mostra solo quello che vuol mostrare, con un montaggio che di per sé è un'interpretazione del fatto ripreso.

Questo essere diventati meno critici e meno colti, nel senso di essere capaci di un minore approfondimento dei fatti e con un bagaglio culturale, forse più vasto, ma sicuramente meno profondo e ragionato, ci ha portato ad essere più facilmente preda di rappresentazioni volutamente false e propagandistiche della realtà. Il risultato è che quello che ci viene detto/mostrato è tutto quanto possiamo sapere di un evento e, corollario importante, se non ci viene mostrato nulla, semplicemente l'evento non esiste.

Questi due fenomeni li ritroviamo nella narrazione della crisi ucraina.

L'Ucraina, secondo l'informazione dominante, è stata retta negli ultimi anni da un dittatore filo-russo che voleva impedire l'avvicinamento del Paese all'Europa; la gente però si è ribellata, è scesa in piazza per manifestare la propria volontà di entrare nell'Unione Europea e, nonostante abbia subito una sanguinaria repressione, è riuscita ad avere la meglio, a cacciare il tiranno, a liberare il capo dell'opposizione che languiva ingiustamente in carcere e ad instaurare un governo filo-occidentale. La Russia però non accetta questo distacco dalla propria influenza ed ha reagito occupando la Crimea e minacciando la guerra alla povera Ucraina.

Naturalmente la realtà dei fatti è totalmente diversa. Ed infatti:

1- Il presidente Yanukovich era stato regolarmente e democraticamente eletto. La votazione, che aveva indispettito i governi occidentali (che appoggiavano l'opposizione), ha visto gli osservatori internazionali dell'OCSE e del CSI solo apparentemente schierati su opinioni difformi, come riporta il sito www.equilibri.net:

"Secondo il coordinatore capo degli osservatori dell’ Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (OSCE), Walburga Habsburg Douglas, il risultato elettorale rappresenta un retrocesso nel processo di democratizzazione dell’Ucraina: «Considerando l’abuso di potere e l’eccessiva importanza rivestita dal denaro in queste elezioni, l’Ucraina ha invertito la tendenza verso la consolidazione della democrazia».

In riferimento all’abuso di potere burocratico e amministrativo esercitato dal governo, Andreas Gross, presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ha affermato che la sovranità del popolo ucraino ha vacillato davanti all’ “oligarchizzazione” del processo elettorale: «Sfortunatamente, il grande potenziale democratico della società ucraina non è stato sfruttato appieno nel corso delle elezioni».

Un’opinione discordante è arrivata dagli osservatori inviati dalla Comunità di Stati Indipendenti (CSI), un’organizzazione che raggruppa una serie di stati prima appartenenti all’Unione Sovietica e ora politicamente affini alla Russia. Secondo questi osservatori, il processo elettorale è stato «limpido e democratico».".

Basta un'analisi delle diverse dichiarazioni per rendere palese che l'accusa di "eccessiva importanza rivestita dal denaro", senza però denunciare corruzioni, o il mancato pieno sfruttamento del potenziale democratico (concetto piuttosto criptico e vago che non dice nulla) sono mere reazioni stizzite ad un risultato non voluto, ma al quale non si può opporre niente di concreto, contrapposte ad un giudizio, magari anche eccessivamente premiante, ma che certifica una sostanziale regolarità. Ed in effetti Patrick J Buchanan, ex candidato repubblicano per le presidenziali USA, in un suo articolo critico sull'interventismo americano ed europeo, riconosce che le elezioni erano state "free and fair".

2- Riguardo poi alla "sollevazione di popolo" contro il governo filorusso, alla sua reale consistenza ed alle motivazioni sottostanti rimando all'approfondita e documentata analisi di Riccardo Seremedi sul blog Orizzonte48.

3- Per arrivare alla cacciata del cosiddetto e democraticamente eletto tiranno l'Occidente non ha trovato di meglio che appoggiare e sostenere pericolosi movimenti di estrema destra e filo-nazisti, come Svoboda o Pravy Sector, come risulta da un servizio della BBC del febbraio di quest'anno.

4- L'oppositore che langue in carcere, la ex pasionaria Timoshenko, era stata condannata per gravi reati, oltretutto gonfiando per lucro personale il prezzo della fornitura di gas da parte della Gazprom, peggiorando così i conti del Paese, come riporta puntualmente in un altro suo articolo Seremedi, con una sentenza che aveva passato il vaglio della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo.

5- Il governo instaurato dopo la cacciata di Yanukovich è composto da vari elementi di Svoboda e UNA-UNSO, l'Autodifesa nazionale ucraina, partito che si è fatto notare per l'espulsione di preti russi da chiese ortodosse, per l'intimidazione delle minoranze ungheresi, polacche e rumene dell'Ucraina occidentale alle elezioni del 2004 e per la richiesta di riabilitare i combattenti anticomunisti che parteciparono a fianco delle SS all'invasione della Russia. Ecco le biografie dei più discussi, tratte dal sito www.voltairenet.org:

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Andriy Parubiy (Андрій Парубій)
Andrej Parubij
Segretario del Consiglio nazionale sicurezza e difesa (corpo ombrello del   Ministero della Difesa e delle Forze Armate).
Co-fondatore del Partito Social-Nazionale d’Ucraina (con Oleg Tjagnybok).









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Dmytro Yarosh (Дмитро Ярош)
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Dmitrij Jarosh
Vicesegretario del Consiglio nazionale sicurezza e difesa (corpo ombrello del Ministero della Difesa e delle Forze Armate).
Capo del Trizub Stepan Bandera e di Fazione destra.
Jarosh ha combattuto con gli islamisti ceceni. Il 1 marzo 2014 ha chiesto aiuto all’emiro del Caucaso del Nord Doku Umarov, considerato dalle Nazioni Unite membro di al-Qaida. Nel video fasullo di Andrej Kozhemjakin, con Andrej Dubovik nel ruolo di poliziotto cattivo, aveva il ruolo del povero attivista umiliato nella neve.

JPEG - 14.8 KbOleksandr Sych (Александр Сыч)
Aleksandr Sych
Vicepremier e membro del Partito per la Libertà (Svoboda).
Attivista antiaborto (anche in caso di stupro).











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Ihor Tenyukh (Игорь Тенюх)
Igor Tenjukh 
Ministro della Difesa. Anche se la sua adesione formale al Partito della libertà (Svoboda) non è certa, ha partecipato alle sue riunioni.
Laureatosi negli Stati Uniti, ha condotto le manovre congiunte Ucraina-NATO. Durante la guerra in Georgia (2008) organizzò l’assedio di Sebastopoli e fu nominato viceammiraglio. La sua nomina a ministro della Difesa ha convinto la Marina ucraina a non riconosce il nuovo governo e ad issare la bandiera russa.




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Dmytro Boulatov (Дмитрий Булатов)
Dmitrij Bulatov
Ministro della Gioventù e dello Sport.
Membro di UNA-UNSO.
Ha affermato di essere stato rapito e torturato orribilmente il 22-31 gennaio 2014. Poi si recò in Germania per cure senza incontrare i giornalisti. Tuttavia, il ministro degli Esteri Leonid Kojara ha detto che stava bene e che si trattava di una messa in scena. Infine, un mese dopo era in ottima forma.




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Oleh Makhnitsky (Олег Махницкий)
Oleg Makhnitskij
Procuratore generale dell’Ucraina.
Membro del Partito della Libertà (Svoboda).













Oltre a questi, sono presenti, Tatjana Chornovol, Presidente della Commissione Anticorruzione Nazionale (UNA-UNSO), 
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Igor Shvajka, Ministro delle Politiche Agricole ed Alimentari (Svoboda), 
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Andrej Mokhnik, Ministro dell'Ecologia e delle Risorse Naturali (Svoboda)
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JPEG - 17.3 KbSergej Kvit, Ministro della Pubblica Istruzione (Svoboda)  
















Questo per quanto riguarda l'Ucraina. Per la parallela ed altrettanto fuorviata narrazione del "successo greco" rinvio al prossimo post.

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