fonte: imguol.com
Oggi niente post "tecnico" (per quello che vale, non essendo io un vero tecnico...).
Oggi facciamo due chiacchiere da bar. A differenza però dei soliti argomenti da bar (calcio, gossip, politica) chiacchieriamo di economia, che in effetti come argomento nei bar sta cominciando a soppiantare la politica.
Allora, ci dicono i liberisti che dobbiamo fare come la Germania: le riformestrutturali (detto tutto d'un fiato), ovvero tagliare i salari, diventare competitivi, consumare di meno ed esportare di più. Chi esporta è bravo e bello e suo è il regno, non dei Cieli, ma dei Mercati.
Ma chi esporta su chi campa? Sui redditi di chi importa, evidentemente. E questi redditi da dove vengono? Dai salari, gli stipendi, i guadagni di chi lavora. Bene. E se quel Paese volesse fare come noi ed esportare, perché esportare è buono, bello, ecc? Dovrebbe fare anche lui le riformestrutturali, ovvero tagliare i salari, deprimere la domanda interna e diventare competitivo. Però significa che non importa più i nostri beni. Peccato, ma in fondo ci sono altri mercati, vorrà dire che esporteremo da loro.
E se tutti i Paesi con cui possiamo commerciare vogliono seguire il dettato liberista di sviluppo e diventare esportatori? Beh, questo comincerebbe ad essere un problema. Qualcuno ha detto che se tutto il mondo vivesse di esportazioni dovrebbe esportare su Marte... C'è qualcosa che non va.
Vediamo di capire come funziona la ricetta liberista: le imprese devono produrre al minimo costo ed il costo maggiore in percentuale sono i salari, quindi i salari vanno ridotti al minino; per fare ciò, per fare accettare salari minimi, occorre che vi sia un buon bacino di disoccupazione, perché la paura di perdere il lavoro o il bisogno di ottenerlo, permette al datore di offrire od imporre salari bassi. Le imprese però devono vendere i loro prodotti, per cui hanno bisogno di persone che abbiano redditi abbastanza elevati da potersi permettere i loro beni; avendo depresso i salari, ed a cascata i consumi e quindi i guadagni dei commercianti, degli autonomi e di conseguenza gli incassi dello Stato, via tasse, con riduzione spesa per stipendi ed acquisti, con conseguente aumento della disoccupazione, diminuzione ulteriore di redditi e consumi (bastava citare il moltiplicatore keynesiano, ma detto così fa un po' più impressione, e poi sono chiacchiere da bar...) devono quindi cercare i loro acquirenti fuori dai confini patri.
Se abbiamo capito bene la questione è: il capitalismo per reggersi vuole che si consumi ed anzi che i consumi crescano, ma i produttori vogliono che i redditi siano bassi ed anzi scendano: a casa propria. Contemporaneamente però vogliono che i redditi siano alti, anzi salgano: a casa degli altri. Bello, no?
Non so se l'avete notato (e se non l'avete notato state dormendo o siete Saccomanni), ma tutto questo sistema è totalmente contraddittorio, inefficiente, assurdo e chiaramente instabile. Ma a quanto pare è il sistema che vuole l'Europa della Commissione, della Troika, che il FMI consiglia come medicina miracolosa per tutti i Paesi in crisi e che stanno cercando con un certo successo di implementare anche in Italia, dopo i grandi successi di Grecia, Spagna e Portogallo.
La Germania, la prima che ha attuato questa politica, con questo metodo è cresciuta sulle spalle dei paesi del Sud Europa, fino a che, come un vampiro, ha disseccato le loro economie, non più capaci di acquistare i beni da lei prodotti; attenzione: uso il termine "vampiro", non per malignità od odio, ma perché, proprio come Dracula, dopo aver prosciugato del sangue la sua vittima la trasforma in copie di se stesso.
Le economie prosciugate degli Stati periferici per continuare a vivere infatti devono trasformarsi in tante piccole Germanie, anche se sono basate su sistemi produttivi totalmente diversi: non essendovi più un mercato interno devono appunto diventare forti esportatori netti ed a loro volta "succhiare" i redditi di altri Paesi extraeuropei.
Tutto ciò sta cominciando a preoccupare il resto del mondo: questo sistema di sviluppo "parassitario" rischia di destabilizzare il mercato globale e frenare lo sviluppo dei Paesi emergenti. Una sana esportazione infatti è una componente essenziale della crescita economica di uno Stato e trovarsi di fronte dei mercati di consumo disseccati dal mercantilismo estremo dei paesi core dell'Europa, impedisce questa crescita.
Se continuiamo così ci pianteranno un paletto nel cuore (dazi o altri sistemi di difesa) e faranno bene. Ma come insegnano i film dell'orrore, il problema permarrà, finché non sarà fermato il vampiro primigenio, quello che ha dato origine alla stirpe. Quello che ciclicamente crea qualche problema al resto del mondo.
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